Storia

TAI CHI CHUAN E KARATE

TAIJI QUAN

Il Taiji quan è un arte marziale cinese molto antica, è caratterizzata da movimenti lenti, continui ed eleganti: a prima vista può apparire come una strana via di mezzo tra lo yoga e la danza, ma in realtà i principi del taiji quan affondano le radici nella medicina tradizionale cinese e nelle antiche pratiche per il mantenimento della salute. Le ricerche scientifiche moderne, condotte dagli studiosi cinesi, hanno dimostrato che esso induce effetti benefici sull’organismo ed è divenuto così l’attività fisica più diffusa della Repubblica Popolare Cinese e da un pò di tempo è balzato all’attenzione del pubblico occidentale.

Nel periodo attorno alla rivoluzione repubblicana del 1911, il taijiquan godette di una grande fama a Pechino, dovuta ai suoi rimarchevoli effetti curativi che furono il fattore principale per cui una vasta massa di gente decise di imparare al più presto quest’arte.

Il principio della pratica del taiji quan è “un cuore sereno e una mente concentrata” che permettono ai centri nervosi di riposare, migliorando la capacità di coordinare le funzioni dei vari organi del corpo. Il rilassamento di tutto il corpo, la respirazione naturale e profonda, le azioni regolari e circolari ed un metodo d’allenamento finalizzato a far confluire la propria forza interna alle estremità delle membra tramite la concentrazione mentale, mettono in armonia il corpo “interno” e quello “esterno”, migliorando le funzioni dello scheletro, dei muscoli e degli apparati digerente, respiratorio, cardiovascolare e neurovegetativo.

Quindi il taiji quan è utile sia per l’allenamento fisico che per il benessere.

Essendo un arte marziale nel corso dell’allenamento viene dedicato anche una spazio allo sviluppo e allo studio delle applicazioni in coppia delle tecniche di difesa personale presenti nelle forme del taiji quan. La pratica del taiji quan si adatta ad ogni esigenza e al fisico di ogni persona che si dedica a tale disciplina, infatti viene praticato sia da persone giovani che da persone anziane.

Nella nostra scuola pratichiamo lo stile YANG, che attualmente è il più diffuso ed è basato su movimenti fluidi, continui e circolari.

Si praticano forme a mani nude:
12 movimenti
24 movimenti
48 movimenti
108 movimenti

e poi forme con utilizzo di armi:
spada
bastone
sciabola
ventaglio

Di seguito riportiamo alcune brevi informazioni riguardo le origini del taiji quan e i vari stili praticati per non dilungarci troppo, se qualcuno fosse interessato può contattarci via email o telefonicamente e saremo lieti di rispondere alle vostre domande.

La leggenda darebbe per fondatore del taiji quan ZHANG SANFENG, un monaco taoista che viveva sui monti del Wudang. Ma le ricerche di alcuni studiosi cinesi danno per fondatore un certo CHEN WANGTING, un cadetto dell’Accademia Imperiale che fu distaccato a capo delle truppe civili a difesa del distretto di Wen, nella provincia di Henan, situato nella Cina centrale.

Chen Wangting combinò le azioni coordinate delle mani, del corpo, degli occhi e dei piedi delle arti (sulla base delle 32 tecniche di pugilato di Qi Jiguang e altri stili che conosceva) con le tecniche del daoyin (applicazione concentrata dell’energia interna) e tunà (esercizi di respirazione profonda), creando un sistema completo di esercizi caratterizzato dall’unione dell’applicazione della forza esteriore ed interiore. Creò movimenti circolari ed avvolgenti a spirale, collegati ininterrottamente l’uno all’altro.

Quindi origine della famiglia CHEN con l’omonimo stile, da qui poi si sono sviluppati gli altri stili primo tra tutti lo YANG grazie all’opera del suo fondatore Yang Luchan (1799-1872) e da lui poi derivò lo stile WU grazie al suo fondatore Wu Yuxiang (1812-1880), che incontrò Sun Lutang (1861-1932) che diede origine allo stile SUN e dopo questi stili ci fu la nascita dello stile WU fondato da Wu Jianquan (1870-1943).

KARATE

Il karate Sankukai è stato fondato dal Maestro Yoshinao NANBU (10° dan) nato a Kobe in Giappone nel febbraio 1943. Appartiene ad una vecchia famiglia di budoka.

Il nonno era lottatore di Sumo molto famoso; suo padre (5° dan) teneva corsi di judo al Dojo della polizia della città di Kobe. Sotto la direttiva del padre, il Maestro Nanbu cominciò a praticare il judo a soli cinque anni. Quando entrò nella scuola comunale, imparò il Kendo sotto la guida dello zio. Praticò con il Maestro Someka fino all’età di diciotto anni, quando entrò nella facoltà di Scienze Economiche di Osaka e si allenò con il Maestro Tani (8° dan) che insegnava lo Shito Ryu.Fu ben presto promosso capitano della squadra di Karate della sua università.

Nel 1963 divenne campione universitario del Giappone (c’erano allora 1250 concorrenti), per questa vittoria ricevette ufficialmente la “medaglia al valore”, mandata da tutti i Karateka giapponesi, dalle mani del direttore dell’università di Waseda.

Nel 1964 ricevette l’invito a partecipare alla coppa di Francia dove vinse il combattimento individualmente. Vinse successivamente anche alla coppa internazionale di Cannes sempre nel combattimento individuale.

Da questo momento cominciò a considerare la sua arte come una professione e nel 1968 andò a trovare tutti i maestri giapponesi, invitandoli l’uno dopo l’altro, per imparare tutti i tipi di tecniche; ufficialmente però si trovava ancora sotto le direttive del Maestro Tani. Lo stesso anno su richiesta del Maestro Tani , Nanbu si diede da fare per mettere in piedi l’organizzazione mondiale di Shukokai, che ebbe successo grazie alle numerose dimostrazioni che il Maestro Nanbu fece in giro per l’Europa e successivamente aprì dei club a Parigi e provincia e divenne l’allenatore della squadra francese e i suoi nuovi allievi da quel momento iniziarono a vincere i campionati di Francia e d’Europa.

In seguito ai suoi duri sforzi venne nominato presidente della federazione Scozzese, direttore tecnico di quella Belga, direttore tecnico di quella Jugoslava e presidente di quella Norvegese.

Nel 1968 il Maestro Nanbu giunse in Canada per salutare i suoi discepoli e lo stesso anno il Maestro Tani gli chiese di organizzare il terzo campionato del mondo che si svolse poi a Parigi nel mese di ottobre. Il giorno dopo il campionato il Maestro Nanbu ruppe con lo Shukokai perché si rese conto che era troppo limitativo nelle tecniche essendo basato solo sulle competizioni e infatti si finiva per eseguire solo tecniche di pugno diretto Tsuki o tecniche di calcio frontale Maegeri, lasciando da parte tutte le altre tecniche.

Nanbu ripartì per il Giappone e dopo lunghi mesi di meditazione e di riflessione trovò la soluzione ai suoi problemi, fondando la sua tecnica personale, che si chiama SANKUKAI.

Il Maestro Nanbu sottopose il nuovo stile a un istituto riconosciuto ufficialmente, che ne studiò i rapporti di forza e la dinamica dell’energia. Le conclusioni che gli esperti trassero furono ottime e approvarono la nuova tecnica in quanto si migliorava in maniera considerevole:
La parata del colpo dell’avversario
La velocità di esecuzione
La forza con la quale si porta risposta
La ricchezza di spostamenti e schivate al posto dei bloccaggi classici
Il modo (molto diverso) di portare gli atemi

Grazie all’inesauribile energia e alla serenità del Maestro Nanbu, il Sankukai mise radici in Giappone, in Francia, in Gran Bretagna, in Spagna, in Germania, in Norvegia, in Marocco, in Svizzera,in Italia, in Belgio, in Messico,in Guatemala e in Canada.